Tra i più significativi sono da ricordare gli innumerevoli contatti avuti dalla scultrice con Guglielmo Achille Cavellini, il maggior esponente bresciano negli anni '80 della cosiddetta Mail-Art.
Oltre alla profonda stima che la legava ad un artista così estroso si aggiungevano, discussioni e scambi di opinioni sul tema dell'arte. I colloqui diventavano perciò sempre più frequenti nello studio di Cavellini in via Bonomelli a Brescia, dove lei restava estasiata nell'osservare la magnifica collezione di opere di questo artista.

Cavellini fu un gran personaggio che seguì da vicino ogni esposizione e il lavoro di Serra, consigliandola e valorizzando enormemente il suo operato.
Come segno di ammirazione per lei e per la sua arte, Cavellini eseguì il ritratto della scultrice e poi volle storicizzarla attraverso un insolito espediente: lui le dedicò un manifesto che lo rappresentava e successivamente, con pennarello rosso e verde, cancellò il suo nome depennando le date del suo futuro centenario (1914-2014) che si sarebbe dovuto svolgere a Venezia a Palazzo Grassi, scrivendo al suo posto le date del centenario di Margherita Serra (1943-2043), rendendola in tal modo la sua "ideale" prosecutrice. Un'altra figura che si lega a Margherita Serra, sia per la profonda amicizia, sia per la ravvisabile influenza che la sua poetica ha avuto su di lei, è Pietro Cenedella. Egli infatti incarnò simbolicamente l'aspetto del legame naturalistico dell'ininterrotta vicenda umana sulla terra, fatta di valori incancellabili e riconducibili all'essenzialità dell'esistenza . Affrontò temi che riportano poeticamente a gesti e riti primitivi, con un forte impatto emotivo; "Terra Arata e simbolo della pioggia", "Fiore di terra", "Totem del sole" sono alcuni dei titoli delle sue opere più emblematiche in quanto non ricercano soluzioni innovative, ma privilegiano l'intuizione creativa e l'uso della materia come visione, per far immaginare percorsi cosmico-spirituali.